Pietro Marcello | Bella e perduta
«Ho imparato a guardare l’Italia contemplando il suo paesaggio dai treni, riscoprendo di volta in volta la sua bellezza e la sua rovina. Spesso ho pensato di realizzare un film itinerante che attraversasse la provincia per provare a raccontare l’Italia: bella, sì, ma perduta. Anche Leopardi la descriveva come una donna che piange con la testa tra le mani per il peso della sua storia, per il male atavico di essere troppo bella».
Text: Giuseppe Di Salvatore | Audio/Video: Ruth Baettig
Pietro Marcello arriva a realizzare Bella e perduta dopo un viaggio, un viaggio di conoscenza e un viaggio di contemplazione. Documentario e poesia trovano in questo film un connubio raro – che a molti avrà richiamato alla memoria il Pasolini di Uccellacci uccellini o il Pelechian de Le stagioni – un connubio che in realtà affonda nelle più profonde radici della Campania. Attraverso un montaggio spregiudicato e intelligente (per cui va lodata Sara Fgaier) le immagini documentarie che denunciano lo scempio umano troppo umano dell’uomo sulla natura si alternano alla favola di Pulcinella, qui nuovo mediatore tra l’uomo e la natura, come anche tra la prosa di una terra burocratizzata e negletta e la poesia dei pastori umili e ancora legati alla natura. Un semplice bufalotto e la figura di Tommaso Cestrone, custode improvvisato e volontario della Reggia di Carditello, costituiscono le due figure con cui una nuova armonia è possibile. Se le note malinconiche della musica settecentesca di Antonio Casimir Cartellieri ammantano questo viaggio nella provincia del sud Italia di un velo di nostalgia per l’arcadia perduta – e di lutto sincero per la scomparsa dell’“angelo di Carditello” –, la bellezza di questo film non resta ferma nel passatto settecentesco pur ancora così presente nell’immaginario dei campani. La bellezza di Bella e perduta sta anche e soprattutto nella decisione finale di Pulcinella che si libera del suo ruolo angelico per farsi interamente umano e pastore: un gesto vigoroso che guarda al futuro e ci convoca al compito di ritrovare con la natura un’alleanza dimenticata.
Dopo aver scoperto questo film al festival di Locarno l’anno scorso, Filmexplorer ha potuto incontrare Pietro Marcello poco prima dell’anteprima al Capitole, grazie alla complicità della Cinémathèque suisse di Losanna.
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Bella e perduta | Film | Pietro Marcello | IT 2015 | 87’ | Cinémathèque suisse Lausanne | Visions du Réel Nyon 2021
First published: May 03, 2016