Todos lo saben

Tutti a scuola da Asghar Farhadi: almeno per drammaturgia e tempo, con Todos lo saben il regista iraniano conferma la sua grande maestria. Nella provincia spagnola costruisce infatti una storia deliziosa, deliziosamente cinematografica, anche e soprattutto perché deliziosamente poliziesca. I passaggi dove il sospetto trasforma il suo bersaglio da un evento criminoso esteriore a un affare di famiglia tutto interno agli equilibri mobili dei molteplici protagonisti sono sicuramente i passaggi più riusciti di questo film. Un film ben sorretto da un casting agguerrito, per quanto l’eccellente performance di Javier Bardem non è eguagliata da quella di Penelope Cruz, forse anche perché quest’ultima incarna un personaggio stranamente senza evoluzione, statico come lo può essere il centro di un ciclone. Ed è un ciclone drammatico a coinvolgere la famiglia riunita per le nozze dell’ultimogenita; passato e presente si rivelano lentamente e si mescolano in un intrigo che tocca questioni economiche, sociali, storiche e psicologiche, senza però mai andare in profondità. Il gioiello drammaturgico di Farhadi, infatti, ha il difetto di essere quasi perfetto e soprattutto perfettamente incalzante: il gusto per un succedere senza pause dell’azione narrativa va tutto a discapito della creazione di momenti cinematograficamente forti, che restino impressi. Le più di due ore al cinema sono così godibili che potrebbero continuare senza problemi; ma cosa ci resterà se non l’effervescenza della festa di matrimonio in apertura, riuscita grazie a una straordinaria cura dei dettagli? Forse è più facile e conveniente lodare Todos lo saben per essere una raffinatissima opera di intrattenimento che protestare per un lavoro cinematografico tecnicamente impeccabile ma senza una vera personalità.