N-Capace

[…] In un’indagine autobiografica che si muove tra Terracina e Roma scopriamo che i problemi intimi di Eleonora non sono nient’altro che il problema dell’intimità inespressa, del quale è responsabile soprattutto una certa struttura familiare vetusta, regolata dai dettati di un perbenismo bigotto.

[…] «N-Capace» è un grande gioco della verità, liberatorio e drammaticamente necessario alla coscienza italiana, una rilettura intelligente e artistica dell’autorappresentazione filmica – così al passo col tempo dei selfie.

Le Giornate del Film di Soletta quest’anno hanno introdotto la sezione “Meet the Festivals”, uno scambio di conoscenze e promozione, in cui ciascun programmatore invitato propone un film “scoperto” nel loro festival. Luca Andreotti e Davide Oberto del Festival del Film di Torino ci fanno scoprire N-Capace, di Eleonora Danco, una bellissima sorpresa che testimonia della vitalità nascosta del cinema italiano.

Eleonora Danco si avventura con coraggio nel “regno del Nonsidice”, regno ancora potente nella società italiana. Il viaggio documentario che la regista ci propone affronta di petto la questione dei divieti di espressione, anche dove si sono sedimentati fino a prendere la forma dell’autocensura, attraverso una sequela di interrogazioni dure, dirette, sempre prese di faccia. In un’indagine autobiografica che si muove tra Terracina e Roma scopriamo che i problemi intimi di Eleonora non sono nient’altro che il problema dell’intimità inespressa, del quale è responsabile soprattutto una certa struttura familiare vetusta, regolata dai dettati di un perbenismo bigotto. Al cuore di questa struttura sta l’amara verità della donna umiliata, stretta nella vecchia alternativa di madre o puttana. Stupisce come questo retaggio di un cattolicesimo mariano stravolto – dal paternalismo clericale e non – accomuni le nonne di Terracina, coi loro racconti di una volta, e le adolescenti di Roma in un destino drammaticamente simile: quello dell’incapacità di dirsi libere e quello dell’incapacità tout court, che diventa persino incapacità di essere pienamente consapevoli di sé. Eleonora Danco ha bisogno di questa indagine sociale, familiare, personale per liberarsi veramente, ha bisogno di un sistematico esercizio di esplicitazione, per toccare con mano quanto rischia di non esistere, se non detto. In questo cinema che si fa terapia siamo trascinati in una girandola di interviste costruite, volute quasi con violenza dalla regista, che interviene dispoticamente a forzare la mano. Può dare fastidio questa onnipresenza della regia, che mette sullo schermo anche la sua manipolazione, la sua insistenza che rompe la spontaneità delle confessioni. Ma questa ossessione del voler dire è in qualche modo necessaria per strappare la verità occultata, per superare quel modello di confessione già abitato dalla censura che pure è talmente radicato nella cultura italiana. In questa voluta confusione del film e del suo making of, lo stile in sforzando di N-Capace trova la sua piena coerenza in un’estetica simbolica, anch’essa a valore terapeutico, fatta di situazioni artificiali, per lo più assurde, costruite dalla regista per mettere in scena gli interrogati. Colpisce l’originalità delle idee, la loro forza espressiva, in un linguaggio tipicamente teatrale che pure non riduce a teatro la forma filmica, bensì lo sfrutta nella coerenza della generale volontà di esplicitazione. Colpisce il commento musicale di Markus Acher, discreto ma di grande efficacia e qualità.

N-Capace è un grande gioco della verità, liberatorio e drammaticamente necessario alla coscienza italiana, una rilettura intelligente e artistica dell’autorappresentazione filmica – così al passo col tempo dei selfie. E quelle che sembrano forzature in realtà vanno tutte a beneficio di una finzione dichiaratamente assunta come tale, onestamente teatrale, e soddisfano il bisogno sacrosanto di una rivoluzione dell’anima. Una rivoluzione personale che in realtà coinvolge un po’ tutti in Italia – e non solo. Un film coraggioso, originale, prezioso.

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N-Capace | Film | Eleonora Danco | IT 2014 | 80’ | Solothurner Filmtage 2016

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First published: April 25, 2016